20 Mar Il Bosco
Quando si parla di bosco, in una regione come il Trentino Alto Adige, dobbiamo sempre considerare l’estrema variabilità presente nel territorio: spostandoci da Nord a Sud o semplicemente salendo di quota, si nota facilmente il cambio di vegetazione e di paesaggio.
Sorvolando in queste variegate valli, possiamo addentrarci nelle ricche leccete “tipicamente mediterranee” della Bassa Valle del Sarca, fino alle imponenti fustaie di abete bianco, abete rosso, pino cembro, che sfumano, quando la quota aumenta, in mughete ricche di differenti sapori ed odori.
Sono questi estremi, che conferiscono a questa parte d’italia, una interessante prospettiva sull’evoluzione della civiltà con gli alberi.
La valenza pubblica oggi attribuita al bosco, per le funzioni naturalistiche, protettive e produttive è un concetto estremamente recente, in quanto il “sistema bosco” ha affrontato nel corso dei secoli numerosi stravolgimenti.
Come riportano numerose fonti “Il periodo tra XIX e XX secolo è il tempo della massima contrazione del bosco a favore dei pascoli e dei coltivi: una situazione che rimane cristallizzata fino allo scoppio del primo conflitto mondiale. La prima guerra mondiale avrà sul territorio del Pasubio effetti devastanti. Interi versanti furono denudati per il reperimento di legname o, più semplicemente, per gli effetti dei massicci bombardamenti.
La situazione che è descritta dai periti forestali che tentano di quantificare i danni ai boschi è desolante(..)Durante il periodo di guerra la maggior parte dei boschi(..)venne quasi rasata al suolo per i bisogni delle numerose truppe che occupavano le località”
Altrettanto logorante fu l’utilizzo dei boschi durante la seconda guerra mondiale.
Solo nella seconda meta metà del 900, osserviamo un cambiamento di rotta che segna una svolta nella gestione boschiva. In questo periodo storico, la regione investe risorse e lavoro, nel rimboschimento e miglioramento dei boschi esistenti.
Questo cambiamento radicale della gestione forestale, si orienta verso una gestione dell’ecosistema bosco molto più simile alle dinamiche naturali.
Per la prima volta, l’aspetto produttivo del bosco, scivola in secondo piano, lasciando spazio anche a quello ecologico.
Le quantità di legname soggette al taglio vengono ridotte al fine di garantire una produzione costante nel tempo e contemporaneamente una maggiore naturalità dei versanti montani.
Ovviamente, questa è una estrema semplificazione di quelle che sono le evoluzioni gestionali della risorsa boschiva, tuttavia è interessante riflettere come in un periodo storico relativamente breve, ci siano stati così tanti cambiamenti.
Delle volte, pensare a quello che è stato fatto nel passato potrebbe farci riflettere attentamente sulle le politiche gestionali contemporanee.
Ci sono sicuramente molte cose da migliorare, ma questo lungo processo che porta alla gestione sostenibile delle risorse, è in itinere.